Una domenica col cinema d’autore di Gabriel Mascaro: “O último azul”
Torna al Bari Brasil Film Fest il cinema d’autore di Gabriel Mascaro, con la presentazione in anteprima di O último azul (2025), film che ha conquistato pochi mesi fa l’Orso d’Argento – Gran Premio della Giuria – e il Premio della Giuria Ecumenica alla settantacinquesima edizione del Festival di Berlino.
Per questa sua nuova opera, Mascaro immagina una società distopica, votata alla produttività e alla crescita economica, dove non c’è spazio per gli anziani. Un mondo che curiosamente rimanda a quello raccontato da “I viaggiatori della sera”, film poco conosciuto di Ugo Tognazzi (1979), con Ornella Vanoni, tratto dall’omonimo romanzo di Umberto Simonetta.
Tereza, la protagonista della pellicola, ha vissuto per 77 anni in una cittadina industrializzata dell’Amazzonia. Un giorno le arriva la comunicazione del governo che le impone di doversi recare in una colonia per anziani, ossia un’area isolata dove le persone di una certa età sono portate a “godersi” gli ultimi anni della loro vita, liberando le giovani generazioni da ogni incombenza relativa al loro accudimento per potersi dedicare liberamente al lavoro. La donna si rifiuta di accettare questa imposizione – una vera e propria “eutanasia sociale” – e decide di intraprendere un viaggio attraverso il Rio delle Amazzoni e i suoi affluenti, per esaudire un suo ultimo desiderio prima di essere privata della libertà.
Mascaro ha voluto girare un’opera che fosse un inno alla libertà, sul diritto di sognare, che ricordasse come non è mai troppo tardi per trovare un nuovo significato alla vita. Il regista così ha voluto ribaltare le tradizionali convenzioni narrative sulla vecchiaia, che spesso riducono gli anziani a ricordi crepuscolari, descrivendoli come persone che vivono nel passato e affrontano l’imminenza della morte in un doloroso isolamento e declino fisico. Infatti, raramente questi personaggi sono visti come protagonisti del presente. In questo film, invece, loro corpi appaiono sullo schermo come pulsanti di energia vitale e desiderio di vivere. Il regista si è ispirato alla figura di sua nonna, che imparò a dipingere a 80 anni, dopo la scomparsa del marito: un esempio che l’ha aiutato a ribaltare le prospettive sull’invecchiamento.
“O último azul” non è un’opera sul tempo passato, ma su quello che verrà. Il lungometraggio può essere considerato come un dramma di formazione, in cui per una volta la ribellione verso il sistema non è affidata a un personaggio giovane. Per raggiungere questo scopo il regista gioca con generi diversi, in modo originale, contaminando la sua storia con note avventurose e fantastiche, per mostrare l’invecchiamento in un modo tutt’altro che malinconico o nostalgico, in quello che definisce “un delirio post-tropicale” che sfida le tradizionali linee guida narrative.
Caratteristica tipica del cinema di Mascaro è che la realtà è contaminata da aspetti fantastici, ma che potrebbero comunque essere verosimili. Si è quindi inventato un mondo ipotetico, unico e singolare rispetto alla realtà: né passato, né presente, né futuro.
In questo “boat-movie” sull’invecchiamento e sul sogno, l’Amazzonia è quasi un personaggio a sé della storia, rappresentando un luogo davvero speciale in cui ambientare uno “stato del mondo” davvero unico, che ospita e approfondisce la narrazione del film. La foresta amazzonica permette di offrire nuovi percorsi per un corpo che è presente e che, sebbene invecchiato, ha ancora sogni da realizzare. La rappresentazione di questi spazi, però, è tutt’altro che idealizzata, ma vista allo stesso tempo magica e industriale, con aspetti surreali, ma anche profondamente politici e complessi.
Come accade spesso nei film di Mascaro, gli animali giocano un ruolo significativo e quasi mistico; in più in quest’opera il loro impiego serve a indicare come il capitalismo e la cultura pop si siano ormai appropriati dell’immaginario di queste terre. Vedremo infatti stabilimenti per la lavorazione industriale di carne di alligatore o bische in cui si scommette sui combattimenti tra pesci. Per non parlare di una lumaca incantata dalla scia azzurra, allegoria della vecchiaia.
Gabriel Mascaro è autore dell’acclamato “Boi Neon”, che nel 2015 ha fatto il suo esordio alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella Sezione Orizzonti, vincendo il Premio Speciale della Giuria, Il film inserito nella Top 10 Best Films del 2016 del New York Times, è stato presentato con successo nel febbraio 2016 nella serata di chiusura della prima edizione del Bari Brasil Film Fest.
“O último azul” è in programma al Multicinema Galleria domenica 26 ottobre alle 10:30 con un’introduzione a cura di Alina Lattarulo, che con Enzo Augusto cura la rassegna “Mai visti, il grande cinema che non ti aspetti”. Dopo la proiezione sarà offerto un aperitivo brasiliano con accompagnamento musicale di Edihho Ângelo.
Da quest’anno abbiamo previsto una nuova formula per le matinée di sabato 25 e domenica 26: dopo la proiezione ci sarà il tradizionale aperitivo brasiliano, per la prima volta accompagnato dalle esibizioni musicali dal vivo di Edinho Ângelo (euro 15 per film più aperitivo più esibizione musicale; abbonamento ai quattro spettacoli del Galleria a 30 euro).
Vincenzo Camaggio





