“Taibale” di Gianni Torres al Museo Civico di Bari
Come da tradizione, il Bari Brasil Film Fest organizza un prologo a ingresso libero, dedicato al documentario. Anche quest’anno il Museo Civico di Bari metterà a disposizione della nostra rassegna i propri spazi per ospitare, venerdì 17 ottobre alle 18, la proiezione di Taibale (Italia/Brasile 2024, 74’) di Gianni Torres.
Il documentario racconta la storia mai narrata dell’ottantacinquenne Antonieta Felmanas (in yiddish, Taibale Reichel), una potente testimonianza di sopravvivenza ed empatia. Prima della Seconda guerra mondiale, la sua famiglia ebrea viveva a Kazyany (un tempo Polonia, poi Lituania e oggi Bielorussia). In seguito al patto URSS-Germania, i russi entrarono nel territorio e ordinarono alla madre, incinta di Antonieta, di sottoporsi ai lavori forzati in Kazakistan, dove Antonieta nacque il 1º maggio 1940.
Tutta la sua famiglia, tutti i suoi parenti furono sterminati dai nazisti. Sin dalla prima invasione sovietica, Antonieta respirò la violenza dell’espulsione e della tragedia, che si compì definitivamente con l’arrivo delle truppe tedesche. Costretta a fuggire, fu nascosta prima da un barone cristiano e poi da una coppia di contadini. Alla fine della guerra, venne salvata dalla cugina Rivka, una guerrigliera partigiana, con la quale affrontò un pericoloso viaggio dalla Lituania all’Italia. Qui un’organizzazione ebraica chiamata “Joint” mise Rivka in contatto con un lontano parente brasiliano disposto ad adottare Antonieta.
A soli sei anni giunse a San Paolo, in Brasile. Crescendo, sviluppò un profondo senso di solidarietà e fratellanza verso chi non aveva nulla. In età adulta divenne una filantropa attiva, cofondando alcune delle istituzioni socioculturali più importanti del Paese e, nella difficile periferia di San Paolo, l’Istituto Anchieta Grajaú, situato in una splendida foresta atlantica. Una notte l’istituto fu invaso da 5.000 senzatetto che, incendiando e devastando la foresta, costruirono rapidamente una favela. In città tutte le altre 40 occupazioni furono smantellate con l’intervento dell’esercito; l’unica a opporsi alla repressione e a decidere invece di accogliere e tutelare gli invasori fu Taibale, che ancora oggi ripete: «Nessuno merita di essere espulso dal luogo in cui risiede». La sua storia ispiratrice esemplifica il potere della solidarietà e la capacità di trasformazione di fronte alle avversità.
Il film è narrato in prima persona dalla protagonista ed è arricchito da un ampio materiale d’archivio: fotografie, registrazioni audio inedite e un esperimento innovativo in cui la memoria viene integrata con immagini generate dall’intelligenza artificiale, dando vita a un nuovo genere prima inesistente: il DocumentAI.
Dopo la prima a Bangkok, Taibale ha partecipato a numerose rassegne internazionali, vincendo diversi premi come quello per il miglior documentario ai Bangkok Movie Awards, per il miglior film straniero al Buddha International Film Festival in India, la menzione d’onore all’International Monthly Arts Film Festival di Atene e il premio per il miglior biopic all’Arjuntala International Film Festival in Bangladesh. E poi ancora è stato scelto come miglior documentario ai Future of Film Awards in Macedonia del Nord, guadagnando riconoscimenti anche all’Eastern Europe Film Festival in Romania, al The Bridge of Peace Film Festival di Parigi, all’Amsterdam New Cinema Film Festival e agli Independent Film Awards di Leeds in Gran Bretagna.
Gianni Torres e il Bari Brasil Film Fest
Gianni Torres è legato al Bari Brasil Film Fest sin dalla prima edizione, nel 2016, quando nel prologo al Cineporto di Bari, abbiamo presentato il suo “Le mamme di San Vito” (2010), documentario che racconta di una comunità di migranti a San Paolo, originaria di Polignano a Mare, che da anni organizza una raccolta fondi nella città brasiliana durante il periodo della festa di san Vito, finanziata dalla vendita di pietanze tipiche pugliesi, per sostenere un asilo destinato ai piccoli delle famiglie bisognose. Nel 2017 un lavoro di Torres è stato proiettato in anteprima internazionale anche durante la serata di presentazione della seconda edizione del Bari Brasil Film Fest, sempre presso il Cineporto di Bari: si tratta de “Il seme rock nell’Islam Latino”, documentario breve su Gisele, musulmana sunnita di San Paolo che indossa il niqab, velo integrale che lascia intravedere solamente i suoi occhi, e suona la chitarra elettrica nella band trash metal degli Eden Seed.
La proiezione di “Taibale” al Museo Civico di Bari è in cartellone con ingresso libero per venerdì 17 ottobre (ore 18:00) alla presenza del regista e con l’intervento in collegamento della protagonista del documentario. Inoltre, partecipa all’incontro, portando la propria testimonianza, anche Silvia Godelli.





