Salta al contenuto

L’eredità dei migranti italiani in Brasile – “Legado Italiano”

Il Bari Brasil Film Fest partecipa alle celebrazioni per i 150 anni dell’immigrazione italiana in Brasile, fenomeno che ha coinvolto pure la Puglia. È noto come una comunità originaria di Polignano a Mare si sia stabilita a San Paolo, portando oltreoceano usi e tradizioni locali, come spiega bene il regista Gianni Torres nel suo documentario “Le mamme di San Vito” (2010).

Il lavoro di Torres è stato presentato nel prologo della prima edizione del Bari Brasil Film Fest al Cineporto di Bari nel 2016: in particolare, nell’opera si racconta l’attività di beneficenza di un gruppo di anziane originarie di Polignano, che ogni anno in occasione della festa de São Vito (celebrata a San Paolo dal 1918 e recentemente riconosciuta dal Presidente Lula come “Manifestazione della cultura nazionale”) cucinano per beneficenza i piatti tipici della tradizione pugliese, come orecchiette, panzerotti, involtini di fegato e dolci, oltre a lavorare gratuitamente per accogliere i bimbi bisognosi, ospitati in un asilo della fondazione dedicata al santo.

Per ricordare questo legame tra la Puglia e il Brasile abbiamo organizzato un evento speciale (a ingresso libero), scegliendo proprio Polignano a Mare come sede ideale di questa serata, in cui sarà proiettato “Legado Italiano” di Márcia Monteiro, un altro documentario che affronta il tema dell’immigrazione italiana soffermandosi sui migranti, di origine veneta e trentina, che 150 anni fa arrivarono nella Serra Gaúcha, regione montuosa nella parte nord-orientale dello stato del Rio Grande do Sul, nel sud del Brasile.

È molto curiosa la storia che ha portato alla nascita di quest’opera: Márcia Monteiro si è avvicinata all’idea di un documentario simile grazie alla sua passione per l’enologia, che l’ha portata a visitare spesso la Serra Gaúcha. Inizialmente ha pensato di realizzare una storia del vino brasiliano, visto che l’argomento non era stato mai trattato. Man mano che le ricerche andavano avanti, l’autrice ha deciso di mettere in un cassetto questo progetto per svilupparne uno sull’immigrazione italiana che a fine Ottocento ha portato la cultura vinicola nelle regioni da lei visitate. Questo lavoro si pone l’ambizioso obiettivo di raccontare le storie dei migranti e le innumerevoli eredità lasciate nel corso del tempo in campi come l’architettura, la musica, il dialetto talian, la gastronomia, la religiosità e, ovviamente, il vino brasiliano, che per la regista ha assolutamente DNA italiano.

Si tratta di un’idea complessa ed entusiasmante che ha richiesto diversi anni per venire alla luce. “Durante le mie ricerche per il film, mi sono resa conto che, per sopravvivere e progredire, gli immigrati dovevano fare affidamento gli uni sugli altri; così anche il questo documentario è stato realizzato anche sulla base di uno sforzo congiunto, attraverso il contributo di più persone ed enti e aziende che hanno creduto in questa storia”, ha spiegato la regista.

Screenshot

Infatti, il lavoro della Monteiro ha preso forma nel 2016, quando i produttori hanno dimostrato di credere nel progetto, anche se le ricerche erano iniziate già un anno prima. Una volta reperiti i fondi, nel 2017 sono partite le riprese sulle montagne del Rio Grande do Sul per registrare le varie testimonianze.

In particolare, sono state visitate dieci città della Serra Gaúcha: Bento Gonçalves, che ospita le aziende vinicole fondate dai primi migranti italiani; Garibaldi, conosciuta come la capitale dello spumante brasiliano; Farroupilha, centro religioso noto per il Pellegrinaggio della Madonna di Caravaggio; Carlos Barbosa, che si è sviluppata grazie al turismo rurale; Flores da Cunha, dov’è nato il compositoreAngelo Giusti, autore di “Mérica Mérica”, considerata l’inno dei migranti italiani in queste zone, Caxias do Sul, sede della Festa dell’Uva; Vila Flores, dove i turisti vengono accolti nelle case degli abitanti per assistere a piccoli spettacoli musicali sulla storia della regione accompagnati dai cibi tradizionali; Pinto Bandeira, con i suoi meravigliosi paesaggi d’alta quota; Monte Belo do Sul, celebre per la produzione delle botti e Nova Pádua, con le sue cooperative vinicole a impronta famigliare.

Per rendere più completa la storia dei migranti italiani la troupe si è recata anche in Trentino e in Veneto, da dove partiva il maggior numero di immigrati per il Brasile, visitando Conegliano, Comunità della Vallagarina, Brentonico, Isera, Nogaredo, Rovereto, Terragnolo, Villa Lagarina, Castellano e Pedersano. Inoltre, ha fatto tappa a Genova, da dove partivano i piroscafi per l’America.

In tutto sono state raccolte ben 94 testimonianze, che hanno reso complicato il montaggio della pellicola. Il documentario si è avvalso anche di una vasta ricerca di documenti d’archivio, foto e video, nonché dell’aiuto di diverse istituzioni, sia in Brasile che in Italia, per trovare questo materiale. Questo meticoloso lavoro è stato apprezzato dalla giuria del Trento Film Festival 2021 che ha assegnato al lungometraggio il Premio RAI al miglior documentario d’attualità.

“L’immigrazione italiana avvenuta alla fine del XIX secolo è considerata uno dei più grandi flussi migratori della storia e conoscere qualcosa su questa saga può fornire al pubblico un po’ di empatia verso ciò che accade oggi in diverse parti del mondo”, spiega Márcia Monteiro, che nota anche come “in Italia la storia della propria immigrazione non si conosce, non compare nemmeno nei libri di storia”.

Screenshot

“Legado Italiano” è in programma alle 19,30 di sabato 26 ottobre a Polignano a Mare, presso il Cinema Arena Vignola, in Viale delle Rimembranze, 13 (Ingresso Libero).

La proiezione sarà preceduta da un breve incontro con Vito Carrieri, sindaco di Polignano a Mare, l’onorevole Fabio Porta, Presidente dell’Associazione Parlamentare Italia-Brasile, Gianni Torres, regista del documentario “Le mamme di San Vito” e Janaίna César, giornalista brasiliana.

Vincenzo Camaggio

Scorri in cima