Polignano a Mare ricorda 150 anni di immigrazione italiana in Brasile
Per la prima volta il Bari Brasil Film Fest ha fatto tappa a Polignano a Mare per una serata speciale che ha riscosso un grande successo di pubblico. Infatti, per celebrare i 150 anni dell’immigrazione italiana in Brasile è stata scelta la città natale di una nutrita comunità di pugliese che ha portato a San Paolo i festeggiamenti di San Vito.
Come ha ben illustrato Gianni Torres nel suo documentario “Le mamme di San Vito”, i migranti originari di Polignano hanno dato vita a una serie di iniziative benefiche per i bambini bisognosi, con la costituzione di un asilo che li ospita, finanziandosi mediante la vendita di alcuni dei piatti tradizionali della cucina pugliese. Queste attività culminano ogni anno a giugno nella tradizionale Festa de São Vito, giunta nel 2024 all’edizione numero 106.
Il sindaco di Polignano a Mare, Vito Carrieri, ha introdotto l’iniziativa, portando i saluti dell’amministrazione comunale e augurandosi che la collaborazione con il Bari Brasil Film Fest possa continuare nel tempo. In quest’occasione, il console onorario del Brasile a Bari Carlo Emanuele Valperga di Masino ha consegnato al sindaco una copia del decreto del presidente Luiz Inácio Lula da Silva che conferisce alla Festa de São Vito il titolo di evento di interesse culturale nazionale. Il primo cittadino ha donato al console e agli intervenuti delle fotografie artistiche di Polignano a Mare.
All’evento è intervenuto anche l’onorevole Fabio Porta, Presidente dell’Associazione di Amicizia Italia-Brasile e della UIM (Unione italiani nel Mondo) del Brasile, che ha ribadito la necessità di rafforzare ulteriormente i rapporti tra Italia e Brasile: la comunità di origine italiana che vive nel Paese sudamericano sente tutt’oggi la necessità di mantenere un saldo contatto con le terre d’origine. Da questa relazione non possono che scaturire benefici culturali, sociali ed economici.
Gianni Torres, fresco vincitore del Bangkok Movie Award con il suo ultimo documentario “Taibale”, ha ricordato la sua esperienza a San Paolo con i migranti provenienti da Polignano a Mare. Si tratta di una comunità che per lungo tempo non ha avuto contatti con le terre di origine: “Ci sono voluti settant’anni perché potessi tornare a parlare in dialetto”, gli spiegò una volta un anziano, sorprendendolo. Il desiderio di riallacciare i rapporti è molto sentito da quelle popolazioni, che vivono con orgoglio la loro condizione. Un altro migrante, dopo averlo invitato a pranzo nella sua confortevole abitazione, lo esortò a raccontare la sua storia, fatta di grandi difficoltà iniziali, ma anche di traguardi raggiunti: “Dì ai miei compaesani che non vivo nelle baracche”.
La giornalista Janaίna César ha raccontato, invece la sua esperienza di brasiliana, che, prima di trasferirsi nel Belpaese, ha conosciuto l’Italia attraverso gli amici, tutti con cognomi che tradivano la discendenza da migranti partiti dal nostro Paese in cerca di fortuna e, in particolare, attraverso i racconti nostalgici di un’anziana signora.
Sono quindi intervenuti alcuni spettatori brasiliani che hanno raccontato le commoventi storie delle loro famiglie partite dall’Italia alla ricerca di fortuna. L’immigrazione italiana è cominciata poco dopo l’unificazione del Paese, quando vaste aree del nostro territorio vivevano in condizioni precarie. Di converso, con l’abolizione della schiavitù in Brasile nel 1888 sì rafforzò la domanda di forza lavoro, portando le autorità a incentivare gli arrivi dall’Europa, anche con l’obiettivo di aumentare la popolazione bianca del Paese
L’evento si è concluso con la proiezione del documentario “Legado Italiano” di Márcia Monteiro, che affronta il tema della migrazione italiana nella regione montuosa meridionale di Serra Gaucha in Brasile, dove la popolazione, in gran parte di origine trentina e veneta, ha introdotto la viticoltura e parla ancora il dialetto talian.
Foto di Vito Signorile.