Tre film pluripremiati sul coraggio, la musica e la libertà
Dopo l’evento speciale con la proiezione fuori concorso di “Ainda Estou Aqui”, il Bari Brasil Film Fest ha ripreso la sua tradizionale programmazione al Multicinema Galleria con tre appuntamenti dedicati a film molto diversi tra loro, ma tutti vincitori di numerosi riconoscimenti nel mondo.
Un viaggio alle radici della musica
Sabato 25 ottobre il regista Jefferson Mello ha presentato Razões Africanas, un documentario musicale frutto di quattro anni di lavoro, alla ricerca delle radici africane di tre ritmi musicali diversi come il jongo brasiliano, che è alla base del samba, la rumba cubana e il blues, sviluppatosi nei campi di cotone del Mississippi. Una lunga analisi antropologica, che ha portato il regista in Mali, Angola e Repubblica Democratica del Congo.
Nella sua introduzione, Jefferson Mello ha sottolineato la complessità del suo lavoro, che ha ricevuto il fondamentale supporto dei produttori locali. Infatti, il regista ha dovuto visitare per cinque volte ciascuno dei sei Stati in cui ha girato, avvalendosi in ogni nazione di troupe diverse, che hanno dato il loro apporto personale, diversificando ogni segmento del lungometraggio. Nel suo viaggio alla ricerca dell’autenticità e delle tradizioni musicali ancora intatte, Mello si è dovuto inoltrare in villaggi sperduti, vivendo una serie di vicissitudini, che però non ha voluto riportare in quest’opera, per focalizzarsi sull’attività di ricerca oggetto del documentario.
Il giornalista e critico della Gazzetta del Mezzogiorno Livio Costarella ha introdotto “Razões Africanas”, approfondendo le caratteristiche di ciascun ritmo preso in considerazione da Mello nella sua ricerca dei legami ancestrali con la “Madre Africa”. Il blues nasce come forma di linguaggio in codice tra i neri che lavoravano nelle piantagioni e si sviluppa nei juke joint, luoghi d’incontro nei campi, e nelle juke house cittadine, trasformando nel corso del tempo le musiche tradizionali suonate con i tipici strumenti fabbricati in Mali. Il jongo, poco conosciuto nonostante sia fondamentale per lo sviluppo della musica brasiliana, è legato al sincretismo religioso portato dagli schiavi provenienti dall’Angola e si tramanda di madre in figlio. La rumba, un tempo ritmo prettamente maschile, oggi vive una rinascita grazie a figure femminili, che non rinnegano i legami con l’Africa, e in particolare certe aree del Congo.
Al termine del documentario – incentrato sulle esperienze di tre figure importanti come la brasiliana Lazir Sinval, la cubana Eva Despaigne e l’americano Terry “Harmonica” Bean – Jefferson Mello ha risposto a lungo alle numerose curiosità degli spettatori.
La giornata al Galleria non si è conclusa con il film: un aperitivo brasiliano, realizzato da Ana Estrela in collaborazione con il gruppo Origens, ha permesso ai presenti di degustare alcune specialità tipiche, accompagnate dagli ottimi vini dello sponsor Rivera.
Novità di quest’edizione è stato l’accompagnamento musicale dal vivo di Edinho Ângelo, molto apprezzato dal pubblico. Alcuni dei presenti, come la cantante Stefania Di Pierro, si sono uniti al musicista per interpretare insieme i classici della musica brasiliana.
La libertà conquistata a 77 anni
Domenica 26 ottobre il pubblico del Bari Brasil Film Fest è accorso numeroso per un appuntamento dedicato al realismo magico, con la proiezione in anteprima di O último azul di Gabriel Mascaro. Il film ambientato in un Brasile di fantasia, in cui gli anziani vengono isolati dalla società una volta raggiunta un’età in cui non possono più essere produttivi, ha entusiasmato gli spettatori.
Non capita spesso di incontrare al cinema un personaggio come Tereza, una settantasettenne ormai disillusa, che combatte per non essere schiacciata dal sistema e conservare la libertà, cercando di realizzare il suo vecchio sogno di riuscire a volare su un aereo. Il mondo magico di Mascaro, popolato di animali sorprendenti come i pesci tropicali che combattono in una bisca o la lumaca dalla bava blu capace di predire il futuro, affascina e sgomenta allo stesso tempo. La foresta amazzonica è coprotagonista assoluta in quest’opera che mescola sapientemente i generi, riuscendo a far convivere avventura, fantasy e cinema d’autore.
Alina Lattarulo, grande appassionata della settima arte e collaboratrice di Enzo Augusto nella realizzazione della rassegna “Mai visti – Il grande cinema che non ti aspetti”, ha introdotto il film sottolineando la critica del regista alla società contemporanea in cui gli anziani, pur essendo formalmente gratificati, sono in realtà vissuti come un ostacolo.
Prima della proiezione, il produttore esecutivo del Bari Brasil Film Fest Gianpaolo Camaggio ha voluto ricordare la regista barese vincitrice del Premio Solinas Martina Di Tommaso, scomparsa prematuramente nel 2021, che nel 2016 suggerì agli organizzatori della nostra rassegna il nome di Gabriel Mascaro. Infatti, il Bari Brasil Film Fest, nell’ultima serata della prima edizione, presentò il suo “Boi Neon”, premiato a Venezia nella sezione Orizzonti pochi mesi prima.
Al termine della proiezione c’è stato il secondo appuntamento con l’aperitivo brasiliano con diversi piatti tipici realizzati da Ana Estrela e l’Associazione Origens, accompagnati dai pregiati vini di Rivera. Anche in quest’occasione Edinho Ângelo si esibito con la sua musica dal vivo, facendo ballare molti degli spettatori.
La forza della rock: una musica di libertà
L’ultima serata del Bari Brasil Film Fest è stata dedicata alla commedia drammatica che ha conquistato il pubblico del Festival del cinema brasiliano di Parigi: Aumenta que é Rock‘n’Roll di Tomás Portella. Il film è tratto dall’autobiografia di Luiz Antônio Mello, “A Onda Maldita: como nasceua Fluminense FM”, sulla fondazione nel 1982 della prima radio interamente dedicata alla musica rock in Brasile.
Prima della proiezione, la direttrice artistica della rassegna, Vanessa Silva Mastrocessareo, ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di un’edizione che resterà nella memoria di tutti per la qualità degli ospiti e dei film presentati.
Nella sua introduzione Pierpaolo Martino, docente di Letteratura, Media e Popolar Music al DAMS di Bari, ha spiegato come nella pellicola si vedano tutti gli elementi importanti della musica popolare. Dalla diffusione dei vinili, all’epoca il principale supporto, al merchandising con gli adesivi e le magliette, che da semplice strumento di promozione diventano una vera e propria forma di espressione dei giovani. Nel film si evidenzia anche la capacità della radio di arrivare a tutti nelle situazioni più disparate. Martino, che ha portato in sala anche alcune celebri riviste internazionali dell’epoca dedicate al rock, ha anche sottolineato come la musica in quegli anni sia diventata uno strumento di ribellione all’oppressione della dittatura in Brasile. Non è un caso che il film si concluda con il grande concerto Rock in Rio del 1985, un anno cruciale per la democrazia in Brasile.
Dopo la proiezione abbiamo scrutinato le schede con i giudizi sui tre film in concorso del pubblico, che ha premiato “O último azul” di Gabriel Mascaro.
Foto di Vito Signorile.
Vincenzo Camaggio
















