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La scelta di Sofia – “Levante”

Anche quest’anno il Bari Brasil Film Fest non rinuncia a offrire agli spettatori uno sguardo attento sulla realtà contemporanea del Brasile. Lo fa con “Levante”, notevole lungometraggio di debutto di Lillah Halla, che si era già fatta notare dagli addetti ai lavori per il corto “Menarca” (2020), selezionato alla Settimana della Critica del Festival di Cannes 2020. In questo suo lavoro la regista utilizzava una storia ambientata in un villaggio infestato dai piranha per reinterpretare alcuni miti e fantasie maschili: “la vagina dentata” come paura della castrazione; la leggenda brasiliana del delfino rosa, in cui l’animale assume sembianze umane per sedurre; la parola stessa “piranha”. che in portoghese brasiliano è un modo dispregiativo per chiamare una donna dalla vita sessuale molto attiva.

Lillah Halla porta il suo sguardo attento e critico verso una società fortemente patriarcale e conservatrice anche in “Levante”, pellicola che affronta un tema sensibile e attuale come l’aborto, ancora proibito in Brasile.

La diciassettenne Sofia (Ayomi Domenica Dias) è una giocatrice di talento nella squadra giovanile di pallavolo femminile del Capão Leste (una zona di San Paolo): viene presa in seria considerazione da una scout per una borsa di studio sportiva sponsorizzata in Cile che le cambierebbe la vita, mentre sta iniziando una relazione in erba con la compagna di squadra Bel (Loro Bardot).

Sofia scopre, però, di essere incinta di un ragazzo che senza alcun trasporto chiama “l’amico del tipo con la moto”: inizia, quindi, a cercare le possibilità per un’interruzione di gravidanza, che in Brasile è limitata a strutture sanitarie private, che però in realtà cercano di dissuadere le donne dall’aborto. In questo suo percorso, alla ricerca di tutte le possibili soluzioni, è supportata dal padre João (Rômulo Braga), apicoltore. Contemporaneamente nel quartiere crescono i pettegolezzi, che arrivano anche a gruppi conservatori, pronti a intraprendere una battaglia per convincere Sofia a desistere dai suoi propositi.

Tuttavia, Sofia trova rifugio nella sua squadra, che seguiamo durante il torneo di pallavolo: si tratta di un ambiente aperto e queer, che tuttavia costituisce per la protagonista un nido sicuro, ma anche un nucleo di difesa reciproca da una serie di questioni che investe diverse atlete. Infatti, le ragazze si allenano insieme, gareggiano insieme, sognano insieme, sotto la guida di un’allenatrice instancabile che resta sempre al loro fianco: insieme resistono e osano sfidare il presente per costruire un altro futuro, un futuro in cui ci sia più libertà.

Questa importanza del collettivo ha caratterizzato anche la realizzazione di “Levante”: la regista Lillah Halla, viste le sue esperienze teatrali e presso la EICTV Film School di Cuba, ha sempre giudicato le connessioni e gli scambi umani come lo strumento più forte nel suo cinema, credendo profondamente nel lavoro di squadra. Ad esempio, per scrivere la storia, realizzata anche con il prezioso supporto della scrittrice Camila Agustini, è servito un grande lavoro di equipe con la co-autrice María Elena Moránche, che è durato per circa sette anni, nel corso dei quali si sono succedute ben dieci versioni della sceneggiatura. In particolare, per preparare il film sono state intervistate tante donne che hanno raccontato le proprie storie e esperienze, tra cui molte che lavorano clandestinamente per fornire quell’aiuto che la sanità pubblica non concede in Brasile.

Pure la scelta della troupe e del cast si è basata su questo criterio di fiducia e facilità di comunicazione, che favorisse una visione comune sul set per ottenere il risultato finale sperato. Anche grazie a un uso creativo della musica e della fotografia, caratterizzata da un’illuminazione in chiaroscuro, il film evita ogni facile sentimentalismo mainstream per concentrarsi sul vero punto focale: mostrare la solidarietà collettiva in un gruppo di persone che si unisce per superare insieme le difficoltà ad riuscire a essere se stessi in una società chiusa e repressiva.

“Levante” è stato selezionato alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2023, dove ha vinto il prestigioso premio FIPRESCI. Inoltre, ha ricevuto il premio per la regia al Festival di Rio de Janeiro e riconoscimenti al Festival de Cinema Latino-Americano di Biarritz, al Festival du nouveau cinéma di Montreal e al Bergamo Film Meeting del 2024.

“Levante” sarà presentato al Bari Brasil Film Fest domenica 27 ottobre alle 10,30, con introduzione a cura della giornalista e reporter Janaίna César, che scrive per diverse testate brasiliane (O Estado de S. Paulo, Opera Mundi, Projeto Colabora e IstoE) e italiane (L’Espresso) ed è da sempre attenta alle tematiche legate ai diritti dell’uomo e alle loro violazioni (ingresso euro 10, con aperitivo brasiliano).

Vincenzo Camaggio

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