Una serata per ricordare Marielle Franco
Quest’anno il Bari Brasil Film Fest ha allargato il suo calendario di eventi a due incontri letterari dedicati al Brasile. Il primo si è tenuto mercoledì 16 ottobre nella bella cornice di Portineria 21, un innovativo caffè letterario nel centro di Bari. In questa bella serata abbiamo voluto ricordare la figura di Marielle Franco, attivista brasiliana, partendo da “Marielle, presente!” (Capovolte, 2019), libro realizzato dalla giornalista Agnese Gazzera che ripercorre la storia di questa donna, uccisa a soli 38 anni e diventata un simbolo nella lotta per i diritti umani.
L’incontro è stato brillantemente moderato dalla giornalista del Tgr Rai Puglia Claudia Bruno che ha introdotto la storia di Marielle: donna, nera, povera, nata in una favela e lesbica, era stata eletta nel Consiglio comunale di Rio de Janeiro, dove ha portato avanti le sue battaglie. “Nessuna oppressione ha un primato sulle altre” era il suo motto, osservato anche dai collaboratori e i sostenitori che hanno proseguito le battaglie politiche dopo la sua morte in un agguato – sul quale sono ancora in corso le indagini – avvenuto il 14 marzo 2018.
Agnese Gazzera inizialmente ha ricordato come abbia scritto il libro per Capovolte, una casa nuova editrice che vuole occuparsi di storie di donne ed impegno. Poi si è soffermata sul particolare approccio seguito da Marielle nella sua difficile lotta politica – in Consiglio comunale era l’unica donna nera tra i 51 membri – che l’ha portata ad occuparsi di molti temi contemporaneamente. “Io sono perché siamo” era un altro degli slogan amati dalla Franco per le sue battaglie, portate avanti in parallelo, cercando di coinvolgere insieme diverse categorie di “ultimi”.
Il tema della lotta alla criminalità
Davanti ad un pubblico numeroso ed attento, l’avvocato Michele Laforgia, promotore dell’associazione culturale La giusta causa, nei suoi interventi ha messo in evidenza diverse similitudini tra la vicenda di Marielle Franco ed altre accadute negli ultimi anni nel mondo. Inoltre Laforgia ha richiamato più volte l’attenzione sulla situazione italiana, in particolar modo per quanto riguarda la lotta alla criminalità ed il “sistema giustizia”.
Infatti, tra i principali temi affrontati da Marielle c’è stato sicuramente quello delle condizioni di vita nelle favelas, perseguendo l’obiettivo di rendere gli abitanti delle periferie cittadini uguali agli altri, con gli stessi servizi e le medesime opportunità. Quindi l’attivista ha cercato strenuamente di opporsi ai metodi fortemente repressivi utilizzati per tentare di arginare la criminalità in quelle aree, giudicandoli eccessivi e troppo violenti. In molti pensano che siano state proprio queste battaglie politiche a segnare la sua condanna a morte.
Foto di Vito Signorile.