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“Independência 100 por 100”, il Brasile di ieri e di oggi si apre al mondo

Per celebrare i 100 anni della sua indipendenza dal Portogallo, il Brasile organizzò a Rio de Janeiro la Exposição Internacional do Centenário da Independência, che si svolse dal 7 settembre 1922 al 23 marzo 1923. La sera dell’inaugurazione, dopo una celebrazione liturgica nella cattedrale di Rio, tutti i padiglioni e gli edifici dell’esposizione universale s’illuminarono, in uno spettacolare gioco di luci, mentre gli altoparlanti diffondevano le note dell’opera “Il Guarany”, di Antônio Carlos Gomes, il più importante musicista e compositore brasiliano del XIX secolo.

Oltre 3 milioni di persone visitarono il sito espositivo, sorto lungo la Rio Branco Avenue, in un’area appositamente realizzata per l’occasione. All’ingresso dell’area fu costruita un’entrata monumentale, con una porta di 33 metri di altezza al di là della quale si trovava il Viale delle Nazioni, con i padiglioni e gli edifici delle rappresentanze straniere. Più avanti si apriva una vasta piazza dedicata al Brasile, con costruzioni maestose che intendevano testimoniare la ricchezza e le capacità del Paese. Il padiglione del Brasile era l’edificio più importante, anche per dimensioni, nel quale erano esposti esempi della produzione industriale, artigianale e artistica del Paese ospitante. Inoltre, erano presenti padiglioni dedicati alle industrie, al settore della caccia e pesca, all’agricoltura, ai trasporti e alla gioielleria, insieme ad altre strutture dove si svolgevano feste e cerimonie.

L’esposizione fu una grande occasione di crescita per una Rio de Janeiro dopo una pandemia globale, quella dell’influenza spagnola, in un’epoca grandi progressi tecnologici, ma anche di lotta contro vari pregiudizi sul Paese. Un momento storico che ha molte affinità con il presente del Brasile.

L’evento fu un’opportunità per mostrare il crescente sviluppo delle industrie del Brasile, che voleva presentarsi come un mercato potenziale per i 14 Paesi partecipanti: Argentina, Belgio, Cecoslovacchia, Danimarca, Francia, Inghilterra, Italia, Messico, Giappone, Norvegia, Portogallo, Svezia e Stati Uniti.

Il documentario, scritto e diretto da Daniel Camargo, è dedicato a questa manifestazione poco ricordata, ma davvero importante per la storia brasiliana. Le testimonianze di Ruy Castro, Milton Teixeira, Ricardo Cravo Albin, Júlio César Tavares, Ruth Levy e Margareth Dalcolmo puntano a farci rivivere l’esposizione del 1922. Insieme a loro riusciremo a trovare analogie e differenze tra quell’epoca ormai lontana e il presente, in occasione del bicentenario dell’indipendenza. Quest’opera ci fa compiere un interessante viaggio che unisce storia, architettura e aspetti sociologici per aiutare lo spettatore a comprendere meglio il Brasile di allora e quello di oggi.

“Independência 100 por 100” sarà presentato al Bari Brasil Film Fest lunedì 27 novembre. Introdurrà il film il sociologo e scrittore Leonardo Palmisano. Al termine della proiezione interverranno il regista Daniel Camargo e la produttrice del documentario Rosa Topputo.

Vincenzo Camaggio

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